domenica 22 marzo 2009

Japinis è un artista multidimensionale ma con la prerogativa ed eccentricità di una forma congenita, ossessiva, di riservatezza assoluta e repulsione per tutto ciò che ha sentore di esibizionismo gratuito e mania da vanagloria e millanteria da palcoscenico da avanspettacolo.
Avulso dunque ad apparire come immagine da rotocalco o alla telefinestra dello scempio mediatico di intersviste di questo caotico mondo contemporaneo
Visto il suo curriculum da personaggio eclettico e poliedrico e senza tema di smentite, per le numerose tracce di testimonianze del suo passaggio, attraverso la memoria scritta di un saggio di poema filosofico, del racconto di un romanzo, di una commedia di vita, interamente vissuta da delirium tremens poetico. Dedicato con amore geniofobico al complesso mondo dell’arte, della cultura, della scienza, e di tutta la fenomenologia del mondo sommerso dell’insoluto e del mistero, dove la narrazione suggella il percorso storico e cronologico della sua avventura artistica, e gli aneddoti e le opere che lo hanno accompagnato in tanti decenni di esperienze e conoscenze. Le sue opere si trovano infatti sparsi un poco dovunque sul territorio nazionale ed estero, di non facile reperibilità, perché commissionate di volta in volta da mercanti d’arte e collezionisti ed amatori in visita presso i suoi studi e gallerie.

Iapinis ha preferito dunque raccogliere lunghi decenni di esperienze panlogiche raccontate nei suoi romanzi, motivando e narrando in uno stile e linguaggio personalissimo, in un compendio di visione narrativa, filosofica, saggistica, poetica, teatrale e scientifica, le vicissitudini della sua inquietudine esistenziale, passando attraverso i vari passaggi intermedi di richiami trascendentali, come quello del periodo pittorico, che lo vede protagonista in numerose manifestazioni nazionali ed estere. Il lungo periodo delle sue performance musicali tra Roma e Milano e le sue composizioni ed esibizioni al piano, alla chitarra, alla ritmica,alle percussioni.
Ed il lungo periodo come teatrante, e dunque attore, commediografo e scenografo. E le sue scoperte scientifiche ed alchemiche per materiali d’avanguardia per l’industria,l’oggettistica, l’arredo, e teorie cosmogoniche sul mistero dell’antimateria e dell’origine dell’universo, elaborate nel saggio autobiografico le Umanishiad la Umana commedia.

Pioniere dell’arte Sannita con un primo studio d’arte e la prima galleria d’arte
in assoluto sul territorio Sannita, nei lontani anni sessanta, dedicata a Caravaggio, e poi lo studio a Milano sul naviglio, a via Ludovico il Moro, e poi lo studio a Roma, di fronte Castel Sant’Angelo, e l’accademia degli artisti a Benevento. Alla fine il quartier generale di un centro museale di quasi tremila metri quadrati in un vecchio borgo dell’entroterra sannita, interamente ristrutturato ed adibito a museo denominato ARTENEO Accademia del libero pensiero. Questo tutto, elaborato nella più assoluta serietà e riservatezza di intenti, con la conduzione passionale e radicale ed amore per la scultura, che ha dominato e prevaricato su tutte le altre attività, come professionista ed esegeta, in questi lunghi decenni di interesse artistici e culturali. Senza la più pallida idea di farne uno scettro per andare in pasto al mondo caotico dell’informazione. Una riservatezza che gli è costato l’isolamento dal bailamme artecratico del compromesso storico e mediatico, del caotico ed ambiguo e corrotto mercato dell’arte, che si regge e si governa proprio in virtù
di questi escamotage, montati, sarebbe il caso di dire, a regola d’arte, per gabbare il mondo degli ingenui, incapaci di intendere e di volere del resto del mondo. L’antiarte contemporanea rappresenta la prove tangibile di questo nullismo esasperante e demercificante del concetto dell’arte, avallata da un lessico critichese, combinato e giocato su tutte le ruote del calcolo infinitesimale dell’inganno e della vanagloria.

A questo proposito il maestro Japinis ha pubblicato di recente due CD in versione teatrale ,tratti da una commedia di un Processo alla Storia dell’Arte, da lui redatto nel romanzo autobiografico La Umana Commedia,
con sottofondo di due colonne sonore di sua composizione ed eseguite assieme alla recitazione, da lui stesso, al piano ed alle tastiere. Un opera teatrale di grande suggestione e veridicità che da l’esatta dimensione dei disastri socioculturali scaturiti da un uso indiscriminato di manipolazioni del mercato dell’antiarte e dell’anticultura.

Ora con l’avvento di questo plenium spitiruale multimediatico per la realizzazione del complesso monumentale dedicato al gigante padre Pio come sacrario alla pace ed alla fratellanza fra i popoli, il maestro Japinis, è costretto a rinunciare almeno in parte, ai suoi principi di austerità professionale, ed uscire allo scoperto, fuori dal tunnel della sua riservatezza, ma sorretto ed ispirato da una nuova luce, quella di continuare con la sua visione artistica e creativa il messaggio di autentica fede elegiaca, e amore ed assoluta dedizione, alla causa divinatoria del santo, come cassa di risonanza, per fare eco al mondo, con la figura timbrica ed iconica, e l’operato ed il cammino di San Padre Pio, nella terra santa di San Giovanni Rotondo.